Su una cosa, penso,  siamo tutti d’accordo. Questo è stato un anno difficile. E, calcisticamente parlando, è stato stranissimo, con regole nuove, protocolli, corse per sbloccare tamponi e tingere di giallo la propria regione.
Ma visto che il campionato è finito e con fermezza la Lazio ha rivendicato il diritto di essere comunque in Europa, sulla partita contro il Sassuolo bisognerà pur esternare qualcosa.
Sennò sarebbe davvero inutile al mondo e avrei potuto godermi la prima domenica col coprifuoco avanti di un’ora in pizzeria.
E per quanto mi riguarda, ci sono cose degne di nota. Dai possibili ADDIO a chi abbiamo tanto amato, al valzer delle panchine, ai vaffan**lo in diretta.
Alcune mie considerazioni sparse su una domenica bestiale:
*CALCIOMERCATO*
Sfatiamo questo mito della rosa completa. Anche io comprendo da casa e condivido coi tanti che, hanno affermato per un intero anno, quanto sia ridicolo avere questo gap tra panca e titolari. Ma passi pure all’ultima giornata di campionato.
Sono pieni di entusiasmo e voglia di vivere quanto gli altri le seconde linee, UMANAMENTE li capisco però…. Essere pieni di vita è stupendo, ma a ‘na certa stiamo parlando di pallone e non è che i piedi ce li possiamo beatamente dimenticare.
Qualcuno, Tare, te lo dovrebbe fare presente.

*MURIQI*
Maaaaaaamma, quanto li soffriamo i 20 milioni! Rode proprio il fegato che la classe, millantata da Tare, non l’abbia mai dimostrata. Non ha però affatto bisogno di elemosinare attenzioni perché, ça va sans dire, forse una chance ulteriore gli verrà concessa. Noi tifosi abbiamo la memoria corta quando serve. Ecco. 

*TITOLI DI CODA*
Lulic-Parolo-Radu, è finita davvero la corsa?
L’anni che passano hanno vinto la partita?
È stato spassosissimo vedervi tenere botta pure mentre gli altri ci asfaltavano.
Non so se siamo arrivati ai titoli di coda, ma io ve voglio bene. Non so che succederà, ma se questo è un addio, so solo che la Lazio non è per me più la stessa. 
Noi laziali abbiamo perso. 
Dirvi GRAZIE RAGA’ è il MINIMO.
Comunque vada a finire, vi posso solo augurare di andare per le vostre strade pieni di entusiasmo e sentimenti, perché per me avete rappresentato questo: ENTUSIASMO E SENTIMENTO.
*ALLENATORI SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI*
Di fronte a Caressa e Co, che ti incalza e allude a cose strane, tipo che il Verona non ha fatto un caz*o tutto l’anno per poi giocare contro il Napoli, Juric ha mandato malamente a quel paese mezza Sky TV. Chapeau.
Inzaghi, invece, ha candidamente ammesso un lieve sfracellamento di maron e che se aspetta, è solamente per la gratitudine che lo lega a Mamma Lazio. 
Sempre restando in diretta, il Napoli con un tweet rompe il  silenzio stampa: Gattuso esonerato. Gioia mia, De Laurentiis, essere scortesi è un difetto.
Fonseca "non t’o dico se andrò alla Fiorentina" ed essere diplomatici non lo è. Scortesia intendo.
Per non vomitare tutta la frustrazione per aver fatto record di punti col Sassuolo, ma essere fuori dalla Conference League, De Zerbi ha salutato il Mapei e l’Italia. Shaktar? 
* E POI CI SIAMO NOI*
Vabbè, qua dovrei aprire un libro intero, mica un solo paragrafo. 
È finita in modo strano una stagione strana. Ancora ferita e tramortita dal COVID, che è iniziata proprio con gli strascichi del mondo che stava per fini’ davvero.
Ci siamo tutti risvegliati in un universo stravolto, il pallone non ha fatto eccezione alcuna tra tamponi e genomi in ogni ordine alfabetico.
Preparazioni che sono state buttate lì in fretta e furia, protocolli emanati e che nessuno forse ha mai capito davvero.
Preparazioni che vivevano nel continuo incubo di scoprire un positivo, poi due, poi la "bolla", poi i rinvii.
Il 2020/2021 ce lo ricorderemo così: continue querelle tra società, l’ASL sempre di mezzo, lo stadio vuoto e noi isolati da tutto.
È stata una giostra invece che un campionato.
La Lazio, nella persona di Claudio Lotito, ha vissuto di attacchi mediatici spietati da parte di coloro che volevano affossarlo perchè, Lotito, dà sempre fastidio a qualcuno.
Come sempre, arriva il momento di fare il punto e allora ecco che inizio a descrivere questo campionato come il peggiore. 
L’unica cosa che ho amato di questa stagione? 
Beh… adesso ve lo dico.
La Champions League con una squadra a pezzi per i tamponi positivi. Una squadra a pezzi che ha saputo commuovermi, tenere botta e restare a galla.
Il gol di Parolo in casa del Bayern Monaco.
Il ritorno di Lulic con la fascia al braccio.
Ho amato la grinta di Pereira, l’incazzosita’ di Luis Alberto, Milinkovic che al derby s’è caricato tutto sul groppone nonostante la sconfitta e la mascherina per l’operazione al setto nasale.
Le partite facili che ad un certo punto diventavano una roba assurda nel tentativo di farci pigliare un coccolone. 
Tutto ciò che ho trovato nella mia gallery mentale, alla fine, mi ha dato una discreta soddisfazione, vi dirò.
Prima di commuovermi e allagare tutta Roma, let It Be o nel mio caso Let It Cri, ce l’avevamo quasi fatta a tornare in Champions, ma "annace vicino conta solo a bocce". Disse un giorno un vecchio saggio…
Ma, fidatevi di me, non tutto è stato brutto.
L’Europa League non è il premio di consolazione, non è il fallimento, è solo un sogno ridimensionato.
Simplemente, Xoxo.

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